Carmelitane da nord a sud attorno a Rosa Maria


La fama di santità di suor Rosa Maria Serio si diffuse in molti monasteri italiani, grazie anche alla pubblicazione della sua biografia. Attraverso alcuni illustri carmelitani del tempo, tra gli anni ‘30 e ’50 del ‘700, molte monache chiedevano al postulatore, padre Serafino Maria Potenza, qualcosa della venerabile: il libro della Vita o una reliquia o una immaginetta, per invocarla oppure guardarla come modello di santità. Altre monache, invece, assicuravano preghiere per il buon esito della causa. Così, dalla corrispondenza del postulatore veniamo a sapere che la devozione a Rosa Maria circolava in Italia, da nord a sud, nei monasteri di Pontecurone, Serravalle Scrivia, Bologna, le Barberine di Roma, Ostuni, Capua e Siracusa. 

Bologna
Nel monastero di S. Maria Maddalena de’ Pazzi di Bologna, fondato dalla venerabile Maria Maddalena Mazzoni Sangiorgi, nel 1724, Rosa Maria era una figura familiare: se ne conosceva la vita, si conservavano sue reliquie e immagini. Le monache inviarono più volte lettere postulatorie per l’introduzione della sua causa. Della prima defunta della comunità, suor Teresa Cavari, morta in concetto di santità, si narra che, come la santa carmelitana di Firenze, scelse il Carmelo per via della comunione frequente. Durante la sua dura malattia fu benedetta più volte con la reliquia di un guanto di Rosa Maria. Il suo confessore pensando “all’ultimo periodo della sua vita esemplarissima” scrive: “a me parve di assistere nella sua morte ad una venerabile Rosa Maria Serio”. Anche la sua consorella, suor Maria Maddalena Bassi, trascorse tutta la sua vita religiosa nel letto da ammalata, dando testimonianza di provate e sante virtù. “Sovra il capo del letto teneva l’effigie della nostra santa de’ Pazzi, e sul capezzale aveva un’immagine della venerabile Madre Rosa Maria Serio, le di cui vite si fece leggere pochi mesi innanzi di morire con sua grande consolazione”.

Monastero di Pontecurone
Suor Anna Maria Corilla, priora del monastero della Presentazione di Serravalle Scrivia (Alessandria) era desiderosa di ottenere una copia della Vita della venerabile Madre Rosa Maria per farne “specchio a me et all’altre per imitarla et animarsi a glorificare quel Dio che ha dato ad essa tanta cognizione et amore”.  L’intenzione di suor Anna Maria si spiega per il fatto che il suo monastero, fondato nel 1726, dal 1734 era stato aggregato all’Ordine Carmelitano, pertanto lei cercava usi, norme e modelli da proporre alle sue monache per vivere alla maniera delle altre carmelitane. Al vicino monastero di Nostra Signora delle Grazie di Pontecurone, di vecchia fondazione, chiese le Costituzioni che là si osservavano. Anche la priora di questo monastero, suor Girolama Ottavia Cattomea, sperava insistentemente di ricevere qualche reliquia della venerabile perché le monache della sua comunità “vanno ansiose di divozione a Suor Rosa Maria”. 

Ven. M. Carmela Montalto
A Siracusa era sorto, nel 1717, un monastero legato alla riforma locale di Santa Maria della Scala del Paradiso, ad opera dei venerabili fra’ Girolamo Terzo e padre Salvatore Statella e della venerabile suor Maria Carmela Montalto della SS.ma Trinità. Questa era molto interessata alla causa di Rosa Maria e, quando sorsero molte difficoltà durante il processo, confortava e incoraggiava padre Potenza, suo corrispondente, non solo assicurandogli le preghiere sue e delle monache, ma anche invitandolo a “non diffidare l’aiuto di Dio: sarà tanto più grandioso quanto sembra ogni cosa portarsi alla disperazione. Buttiamoci in lui, e lasciamo guidarci dalla Santa Provvidenza”. 

Monastero di Capua
Il monastero di San Gabriele di Capua era stato fondato, nel 1738, ad opera della venerabile Maria Arcangela Matarrese del Divino Amore, coadiuvata dal venerabile Salvatore Pagnani, intimo amico di Potenza. Capua era una sosta obbligata del nostro postulatore nei suoi viaggi tra Roma e Fasano per seguire la causa della venerabile. Potenza aveva fatto da intermediario nella richiesta di mettere il monastero sotto la giurisdizione immediata del Priore Generale, cosa che avvenne nel 1759. Le Costituzioni di queste monache prevedevano che andassero scalze, osservassero l’astinenza perpetua e frequenti digiuni in onore della Madonna. Le difficoltà intorno alla causa di Rosa Maria lasciarono sgomenti padre Pagnani e Madre Maria Arcangela, ma padre Potenza si raccomandava alla preghiera di questi amici di santa vita.