Puntualmente, come ogni anno, la ricorrenza della morte di suor Rosa Maria Serio, mistica carmelitana, coincide con l’uscita di qualche scoop sensazionale che getta inutile confusione tra i suoi devoti e tra gli studiosi poco avveduti. Infatti, l’ultima trovata di Chiara Vasciaveo, nel suo articolo pubblicato sulla rivista Mysterion, è che l’anno di nascita della venerabile non sarebbe più il 1674, come da sempre sostenuto, ma il 1676. La sua affermazione si fonda sull’annotazione della nascita al 1676 presente nel Catalogo delle religiose coriste del monastero d Fasano, preferendo, così, scartare la data consolidata del 1674 riportata dal primo biografo, il gesuita Giuseppe Gentili. Purtroppo, anche stavolta, la Vasciaveo dimostra di non conoscere i documenti di archivio né di saper leggere con attenzione quelli che ha sottomano. Non ci vuole molto per notare che il Catalogo, che va dal 1681 alla fine dell’Ottocento, è stato redatto per due terzi dalla stessa mano alla fine del ‘700 e che le notizie riportate su suor Rosa Maria, al n. XXI dell’elenco, a distanza di tanti anni, potrebbero presentare qualche dato inesatto, come la data di nascita. Davanti a tale possibile svista, è, dunque, ovvio accertarsi ricorrendo a fonti più attendibili o a testimoni che conobbero direttamente la venerabile. Una di queste fonti è la vita scritta dal Gentili nel 1738, a soli dodici anni dalla morte della carmelitana. Nella prefazione, l’autore sostiene di aver basato il suo scritto sui “Processi formati dall’Ordinario poco dopo la di lei santissima morte (…), da altri manoscritti comunicatimi dal sopralodato P. Potenza”, postulatore dell’Ordine. E continua riferendosi alle deposizioni di alcuni testimoni eccellenti al Processo, come i genitori e i due fratelli Serio.
L’esordio dell’articolo della Vasciaveo, con una madornale fake news sull'anno di nascita della venerabile madre, suor Rosa Maria Serio, e sulle imprecisioni circa la sua famiglia di origine, mostra quale sia il tono del suo contributo. Già altre volte, in maniera indiretta, abbiamo corretto le tante bufale riportate nei suoi blog. Ora, non possiamo che tale notizia inizi a circolare offendendo la verità storica e, soprattutto, il ricordo della venerabile.
Mario Alfarano