La fama di santità di Rosa Maria tra i carmelitani

Lecce - chiesa del Carmine
La fama di santità di suor Rosa Maria si diffuse largamente mentre era ancora in vita, al punto che, subito dopo la sua morte, in tanti si attivarono per chiedere al papa di introdurre il suo processo di beatificazione. Così furono inviate a Roma numerose lettere postulatorie da parte di principi e aristocratici, sindaci, alti prelati, capitoli di cattedrali e di collegiate, religiosi e religiose di molti Ordini.

Tra le prime lettere postulatorie vi è quella inviata dal convento del Carmine di Lecce, nel 1731, cinque anni dopo la morte di Rosa Maria Serio. I frati carmelitani della Provincia di Puglia, riuniti in capitolo sotto la presidenza del futuro priore generale, p. Nicola Ricchiuti, inviarono al papa la richiesta di introdurre il processo di beatificazione per la loro consorella morta in odore di santità. 

In seguito, altre lettere postulatorie furono inviate a Benedetto XIV dai frati e dalle monache del Carmelo. Nicola Ricchiuti, divenuto Priore Generale, scrisse al papa "a nome di tutto l'Ordine", prima nel 1740 e poi nel 1741.
Oltre ai frati della provincia pugliese, furono inviate lettere dai carmelitani della Congregazione Mantovana, quelli della Riforma di Monte Santo e della Riforma di Santa Maria della Vita, riuniti nei rispettivi capitoli a Firenze e a Napoli. Così anche da diversi conventi pugliesi, come Taranto, Ostuni, Brindisi, i priori scrissero a nome o insieme ai loro confratelli sollecitando l'introduzione della causa della loro illustre consorella. 
Ostuni - ex convento dei carmelitani

Ferdinando Salvi
E' interessante che anche i frati di Bologna scrissero più volte al papa. La fama di santità di Rosa Maria si diffuse
in questa città grazie a P. Ferdinando Salvi il quale era in stretto contatto con il postulatore dell'Ordine, P. Serafino Potenza. Per merito di Salvi, il capitolo e i canonici di Bologna inviarono diverse istanze al papa e, oltre a loro, gli oratoriani e le camaldolesi bolognesi.
Le prime monache carmelitane ad inviare lettere postulatorie a Roma furono, ovviamente, quelle di Fasano e di Ostuni: i due monasteri legati alla venerabile. Lo stesso fecero le monache dei due Carmeli di Bologna, Ss. Filippo e Giacomo e S. M. Maddalena de' Pazzi, diretti da P. Salvi.
Purtroppo, le numerose suppliche a favore della beatificazione di Rosa Maria non sortirono alcun effetto a causa dei problemi che sorsero durante il processo e che determinarono la sua sospensione, da parte di Bendetto XIV, nel 1747. 
Mario Alfarano

Lettera postulatoria - Archivio Generale dei Carmelitani