
Quando il Conservatorio delle terziarie teresiane, in cui entrò Rosa Maria nel
1690, divenne un Monastero carmelitano dell'Antica Osservanza, nel 1694, era
Priore Giovanni Feyxoo de Villalobos (1692-1698). Dopo di lui: Carlo Filiberto
Barberi (1698-1704), Angelo de Cambolas
(1704-1710), Pietro Tommaso Sanchez (1710-1716) e Carlo Cornaccioli
(1716-1722). Sotto Gaspare Pizzolanti (1722-1728), licatese, morì la Venerabile
e sempre sotto di lui e del successore, Antonio Feydeau (1728-1730), si iniziò
il processo di beatificazione, seguito dal postulatore dell’Ordine, p. Serafino
Potenza.
Al
tempo di Nicola Ricchiuti (1738-1742), di Grottaglie, uscì, nel 1738, la Vita
di Rosa Maria, scritta dal Gentili. Fu questo Generale a scrivere nel 1740, a
nome di tutto l’Ordine, al pontefice la lettera postulatoria chiedendo l’introduzione
della causa di beatificazione di Rosa Maria. Ancora Ricchiuti autorizzò, nel
1741, la pubblicazione del libro dello spagnolo p. Faci, El Carmelo esmaltado, in cui è contenuta una biografia della
Venerabile.
Un libro del genere uscì anche in italiano ad opera di Bonaventura
di San Marco, dedicato a Rosa Maria, con l’approvazione di Luigi Laghi
(1744-1756). Sotto il generalato di quest’ultimo fu bloccato, nel 1747, il
processo di beatificazione da papa Benedetto XIV. L’interesse verso la
Venerabile continuò con Mariano Ventimiglia (1762-1768), salernitano, il quale curerà
nel 1779, dopo il suo generalato, una voce dedicata alla Serio nel suo Il Sacro Carmelo Italiano.
Al
termine di questo secolo, nel 1797, sotto Rocco Melchor (1794-1805), si tenterà
invano, con il postulatore Anastasio Marcelli, la riapertura del processo di
Rosa Maria.
Mario Alfarano