La devozione della
venerabile Rosa Maria a san Giuseppe si inserisce in quel profondo legame che i
Carmelitani ebbero con il santo dagli inizi della loro storia. Durante il medioevo,
infatti, essi, insieme ai Francescani e ai Servi di Maria, ne diffusero la
devozione in tutta Europa. Tra le figure più importanti del Carmelo, che ebbero
e promossero una speciale venerazione verso san Giuseppe, ci furono Arnoldo Bostio,
il beato Battista Mantovano e santa Teresa. Nel 1680 il capitolo generale dei
Carmelitani proclamò san Giuseppe Protettore principale dell’Ordine.
Il monastero di
Fasano, in cui visse Rosa Maria, era dedicato a san Giuseppe. La venerabile
sentiva che il santo non solo dava il titolo alla sua comunità, ma ne era
realmente il protettore. Cercava di inculcare tale sentimento alle sue monache
nei sermoni che, da priora, a loro indirizzava. Una volta, nella festa di santa
Teresa d’Avila, fu invitata in estasi a seguire questa santa “la quale, in compagnia
di san Giuseppe, andava benedicendo il monastero, avendone entrambi una
speciale protezione: quella riguardando le religiose come se fossero proprie
figlie, e questi amando con parzialità di affetto quella casa, essendo
stabilita sotto la sua invocazione” (G. Gentili, Vita della Venerabile).
San Giuseppe si rendeva
presente anche nelle meditazioni sul mistero dell’Incarnazione che Rosa Maria faceva
nel periodo di Natale. Ella lo contemplava sempre insieme alla Vergine Maria e
al Bambino Gesù. La Sacra Famiglia le parlava “del grande amore che Iddio
porta al genere umano e della liberalità che usa verso tutte le creature” e
della necessità di corrispondere a tanto amore. In una visione del 19 marzo
1716, san Giuseppe volle “istruirla sopra la superbia, l’ambizione e l’amor
proprio” che, come un mostro spaventoso a tre teste, avanzano nel mare in
tempesta, simbolo del mondo, per divorare l’anima buona. “Vedendo la deformità
di questi vizi”, il santo patriarca chiedeva a Rosa Maria che “si adoperasse a
tenerli lontani da quella casa consacrata al suo nome”, poiché essi “distruggono
l’unione e la carità e mandano le Religioni [gli Ordini religiosi] in rovina”.