 |
Archivio Generale dei Carmelitani |
La
nascita del Carmelo di Fasano si deve a quattro sorelle, Anna Maria Antonia,
Vittoria Antonia, Anastasia e Grazia, figlie di Francesco Paolo Semeraro, le
quali, sotto la guida di don Santo Mignozza, furono accolte da padre Cherubino
di Gesù, carmelitano scalzo del vicino convento di Monopoli, nel terz’ordine
scalzo. Occorre sapere che i carmelitani scalzi nacquero a seguito della
riforma iniziata in Spagna da Teresa d’Avila quando, dopo la morte della santa,
vollero staccarsi nel 1593 dall’Ordine Carmelitano per formarne uno nuovo,
detto, appunto, dei Carmelitani Scalzi o Teresiani. L’antico ramo del Carmelo,
sorto al principio del ‘200, fu allora chiamato dell’antica osservanza. Le
sorelle Semeraro, dunque, furono rivestite dell’abito delle terziarie teresiane
nel 1678, continuando a vivere nella propria abitazione e assumendo i nomi di
suor Maria Cherubina di San Giuseppe, suor Maria Maddalena di San Nicolò, suor
Giuseppa Maria dello Spirito Santo e suor Michele della SS. Trinità.
 |
Fasano nel 1675 |
Il
loro stile di vita attrasse subito altre otto donne fasanesi che vollero anch’esse
far parte del terz’ordine. A queste si unirono anche due nobili della famiglia
Itta y Loyo: donna Palma e donna Francesca, che presero rispettivamente il nome
di suor Maria Vittoria di San Pietro e di suor Maria Battista della Passione di
Cristo. Queste vollero donare la loro casa al gruppo di terziarie perché
potessero condurre vita comune, ottenendone licenza dal Vicario generale, don
Francesco Trisciuzzi, il 4 novembre 1681. In tal modo procedettero alla stipula
per la fondazione del Conservatorio, vale a dire la dimora della comunità delle
terziarie, il 20 novembre 1681, confermata il 29 marzo 1682. Il giorno
precedente la conferma, il 28 marzo, tutte queste terziarie, finora dimoranti
nelle proprie abitazioni, fecero il loro ingresso nel Conservatorio dove vi
rimasero per una dozzina d’anni.
Cresciute
rapidamente di numero, fino a raggiungere i 29 membri, decisero di trovare una
nuova collocazione e, soprattutto, di assumere i voti religiosi diventando
monache di clausura. Pur conducendo vita comune, a mo’ di religiose, infatti, i
loro voti come terziarie venivano emessi privatamente, e non “solennemente”,
cioè pubblicamente, come quelli delle vere religiose che, a quel tempo, erano ritenute
solo le claustrali.
 |
Fasano - chiesa Matrice |
L’Università
di Fasano rispose al loro desiderio di trovare una sistemazione più idonea
donando loro un edificio più ampio e, nello stesso tempo, le terziarie
iniziarono a considerare come diventare monache. Essendo legate al Carmelo
scalzo, seguivano degli Statuti ispirati alle Costituzioni di Santa Teresa
d’Avila. Questa prevedeva per i suoi monasteri un numero massimo di 21 monache.
Ora, le terziarie fasanesi, essendo in 29, avrebbero dovuto escludere 8 di loro
per poter diventare monache carmelitane scalze o teresiane. Per tale motivo
decisero di scegliere le Costituzioni di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi, del
monastero di Firenze, che, al pari delle Costituzioni di tutti i monasteri
dell’antica osservanza, non ponevano limiti al numero di monache. Tale scelta
comportava il passaggio dal Carmelo teresiano a quello dell’antica osservanza a
cui appartiene S. Maria Maddalena e il suo monastero fiorentino. E a tal fine
chiesero e ottennero la licenza dalla Sacra Congregazione dei Vescovi e
Regolari.
 |
Fasano - chiesa delle carmelitane |
Il
3 maggio 1694, la comunità si trasferì nel nuovo monastero, portandosi prima in
processione nella chiesa Matrice dove “ascoltarono un erudito ed eloquente
discorso fatto da un Padre Maestro Carmelitano del Santo loro Istituto, con cui
le animava alla perfetta osservanza”. Per tale circostanza, infatti, fu
chiamato un frate dal vicino convento di Ostuni come rappresentante del Carmelo
antico nel quale la comunità entrava a far parte.
Il
nuovo monastero, però, non potette essere dichiarato subito di clausura perché
oltre a mancare la verifica delle condizioni da parte dell’autorità ecclesiastica,
furono avanzate delle pretese economiche da parte dell’Università che aveva
donato l’edificio. Risolte le dispute si sollecitò a Roma la licenza e la Sacra
Congregazione chiese al Vicario generale, Fra’ Giovan Battista Casa,
dell’Ordine di Malta, di trasmettere una relazione sullo stato temporale e
spirituale del monastero.
 |
Papa Innocenxo XII |
Con il Breve del 20 febbraio 1698, papa Innocenzo XII
incaricò il vescovo di Ostuni, Monsignor Melazzi, “acciocché (…) vi stabilisse
la clausura e l’erigesse in vero monastero sotto la Regola dell’antica
osservanza della Religione del Carmine, secondo le Costituzioni di S. Maria
Maddalena de’ Pazzi coll’obbligo alle religiose di fare il loro noviziato”. Con
il Breve papale il Conservatorio fu elevato a Monastero di clausura e, come
tutti i monasteri, posto direttamente sotto l’autorità pontificia. Essendo di
diritto pontificio, il monastero fasanese non può essere definito un “Carmelo
diocesano”, come erroneamente qualcuno scrive. Inoltre, pur trovandosi nel
baliaggio dell’Ordine di Malta, questo non può essere considerato il superiore
canonico delle monache. Con il suo Breve, il papa dichiarava il monastero
appartenente all’Ordine Carmelitano, sotto la vigilanza dell’ordinario del
luogo che, nel caso di Fasano, essendo diocesi nullius, era il Vicario generale, del clero secolare o dell'Ordine
di Malta, nominato o confermato dal Papa.
Con
il successivo decreto del 12 aprile 1698, Monsignor Melazzi stabilì la clausura
nel monastero, intitolato a San Giuseppe, e da quella data diede inizio al
noviziato. Al termine di questo, con la professione solenne dei voti, le
terziarie teresiane divennero nominalmente e canonicamente monache carmelitane.
Pertanto, le monache di Fasano non si chiamarono più teresiane, ma carmelitane
o carmelitane dell’antica osservanza.